lunedì 14 gennaio 2013

Breve storia del più ricco giacimento petrolifero d'Europa (1a puntata)


Nomi, date e autorizzazioni sull'oro nero lucano:
quegli enormi interessi che ipotecano il futuro...
ed anche il presente

(A.D. 2005) Sono due le società che hanno fatto richiesta alla Direzione Generale per l’Energia e le Risorse Minerarie (UNMIG-F3-Roma) per avere un permesso di ricerca di petrolio e gas nel territorio della provincia di Matera e in quello della provincia di Potenza. Il permesso di ricerca che riguarda l’area materana è stato inoltrato dalle società Rigo Oil Company Ltd e Nettis Impianti spa di Acquaviva delle Fonti (Bari); quello che ha per oggetto l’area potentina è stato presentanto dalla società Gas della Concordia spa. Quindi la Direzione generale per l’Energia il 15 maggio 2003 ha inviato alla regione Basilicata una nota con cui si chiede di esprimere “…formale intesa in ordine alle due istanze denominate Montalbano e Serra San Bernardo”. La Giunta regionale lucana all’unanimità (Filippo Bubbico, Erminio Restaino, Giovanni Carelli, Carlo Chiurazzi, Cataldo Collazzo, Gaetano Fierro, Donato Salvatore) il giorno 22 febbraio 2005 delibera di “esprimere, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni e delle condizioni indicate dal Dipartimento dell’Ambiente, l’intesa della regione Basilicata per il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato Montalbano, in provincia di Matera, e Serra San Bernardo in provincia di Potenza; di far obbligo di sottoporre a successiva intesa i progetti esecutivi degli interventi previsti nel programma dei lavori”. La Giunta esprime il suo parere favorevole tenendo conto di una determina dirigenziale dell’Ufficio compatibilità Ambientale che stabilisce di “… escludere dalla procedura VIA (Valutazione Impatto ambientale) le istanze di permesso prodotte sia dalla società Rigo Oil Company sia dalla Gas della Concordia spa con prescrizione di: 1) sottoporre alla fase di screening tutte le attività di ricerca previste nel programma lavori, diverse dal pozzo esplorativo; 2) sottoporre a Valutazione il pozzo esplorativo; 3) stabilire in due anni il giudizio positivo di esclusione della procedura VIA”. Inoltre il Gruppo di Lavoro istituito per il controllo dei permessi di ricerca di idrocarburi ha ritenuto “che si possa rilasciare l’intesa per il rilascio dei permessi di ricerca Montalbano e Serra San Bernardo, previa acquisizione del parere dell’ufficio Energia di conformità della richiesta al Piano Energetico regionale”. E l’Ufficio Energia il 28 settembre 2004 comunica che “sotto il profilo di politica energetica regionale il conferimento del permesso di ricerca in questione è compatibile con il Piano energetico regionale”. Il permesso di ricerca denominato Montalbano ha per oggetto il territorio dei Comuni di Montalbano Jonico, Pisticci, Stigliano, Tursi; il permesso di ricerca chiamato Serra San Bernardo riguarda i Comuni di Acerenza, Brindisi di Montagna, Cancellara, Forenza, Oppido Lucano, Potenza, Tolve, Vaglio di Basilicata, Pietragalla. A questo punto è utile capire - in modo sommario - il contesto in cui s’innestano i due permessi di ricerca d’idrocarburi sopraccennati. Oggi, aprile 2005. il 90 per cento del territorio lucano è interessato da perforazioni di pozzi, da permessi di ricerca, di coltivazione e da istanze di permessi di ricerca. Di conseguenza è possibile definire la Lucania come la regione dell’Unione europea con un notevole potenziale petrolifero. Il giacimento comprende le concessioni di tre titoli minerari: la Volturino conferita per il 45% all’Eni e per il 55% alla Enterprise Oil; la Caldarosa conferita solo all’Eni; la Grumento Nova conferita per il 71% all’Eni e per il 29% all’Enterprise Oil. La produzione annuale estratta da 42 pozzi e 26 postazioni - non ancora tutti produttivi - collegati dalle “pipeline” (tubazioni) al centro oli di Viggiano (Pz) raggiungerebbe un picco di 104000 b/g (barili al giorno) nel 2003 per poi decrescere fino al 2024 ai 20000b/g. Grazie a tale risorsa, con un incremento del 108% si raddoppierebbe la produzione nazionale e s’incrementerebbe del 20% quella europea. Il petrolio subisce un primo processo di raffinazione al Centro Oli di Viggiano denominato MonteAlpi, ampliato in tre tempi con una superficie di 6 ettari e una capacità di raffinazione di 104000 b/ g. Altro importante giacimento, ancora in fase di strutturazione è quello di Tempa Rossa che comprende la concessione Gorgoglione conferita alla società Total Fina Elf per il 50% e alla Mobil per il 25%. La produzione annuale, estratta da 7 pozzi collegati dalle “pipeline” al Centro di Viggiano, dovrebbe raggiungere la punta massima di 47000 b/g nel 2005 per poi decrescere fino al 2042. Il contributo dell’estrazione di Tempa Rossa sommato a quello della Val d’Agri dovrebbe determinare un incremento del 160% annuo della produzione nazionale, coprendo il 7% del fabbisogno dei consumi italiani. Il petrolio dovrà essere raffinato da un centro Oli, non ancora realizzato, nel Comune di Corleto Perticara, con una capacità di 50.000 b/g. Il petrolio raffinato a Viggiano viene trasportato a Taranto - per essere ulteriormente raffinato e quindi arrivare sul mercato petrolifero nazionale e internazionale - tramite un oleodotto di 51 cm di diametro, della portata di 150000 b/g, lungo 136 chilometri di linee interrate. Il tracciato Viggiano –Taranto si snoda così: Grumento Nova, Montemurro, Armento, Guardia Perticara, Corleto Perticara, Missanello, Aliano, Stigliano, Craco, Montalbano Jonico, Pisticci, Bernalda, per il tratto lucano; e poi Ginosa, Castellaneta, Palagiano e Massafra per le tubazioni in Puglia. (1. Continua)

firma: Michelangelo Calderoni

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