sabato 18 maggio 2013

Maresciallo batte PM 4 a 0


Il PM che faceva l'avvocato difensore: sogno d'una notte di mezza primavera

Il teste è lì, seduto nel posto che gli spetta con tanto di microfono e di impegno solenne a dire tutta la verità e solo quella. Il procuratore lo incalza, vuole sapere tutto per filo e per segno. Ma non gli consente di utilizzare i suoi scritti, gli atti ufficiali redatti durante lo svolgimento delle indagini, quelle che tecnicamente si chiamano informative. Lo soccorre l'avvocato, invoca l'applicazione del codice, chiede l'intervento del Giudice che finalmente arriva. Prego, dice, consulti pure i suoi scritti depositati agli atti. Ed il teste consulta, risponde, argomenta. L'accusa continua incalzante, dica ma lei non è mica un tecnico, come fa a dire quello che dice. Come ha fatto a scrivere quello che ha scritto. Secondo la tesi del PM, per processare un ingegnere occorre che le indagini siano state condotte da ingegneri. Un maresciallo della Guardia di Finanza non basta. Conoscere le Leggi, le norme che regolano gli appalti è materia esclusiva degli ingegneri. Continua ad incalzare, interrompere, attaccare. Chi entra distrattamente, a testimonianza in corso, potrebbe convincersi che l'imputato sia il finanziere. All'ultima domanda, quasi ad irridere il teste ed il Giudice, giunge la richiesta di rispondere senza consultare gli atti scritti. Il maresciallo la guarda infuriato ma non obietta, ci pensa l'avvocato a richiamare quel PM testardo alle regole e tutto si conclude lì. Il PM ha formulato il capo d'imputazione per quel processo, l'ha fatto perché costretto dal Giudice per le Indagini Preliminari che ha rigettato la Sua richiesta di archiviazione disponendo il rinvio a giudizio coatto. Ed ancora oggi, dopo anni e udienze combattute, continua a remare contro. Ha deciso di difendere l'imputato invece che sostenere l'accusa. Dicono che l'ufficio del Pubblico Ministero è impersonale ma, a quel PM, la cosa bisogna spiegargliela daccapo. Voleva archiviare ed oggi vuole assolvere. Ne va della sua testarda convinzione ovvero del favore che deve a qualche mammasantissima per ottenere un trasferimento con promozione incorporata. Non sa quel PM che altri magistrati, prima di lui, hanno percorso quella scorciatoia che non li ha portati da nessuna parte salvo, i più fortunati, a rifugiarsi in pensione. Il teste si alza e guarda il PM come si guarda un pover'uomo senza fissa dimora: prima o poi andrà via e nessuno si ricorderà di lui.
Nico Pignatone

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