lunedì 26 settembre 2011

Ci avvelenano a loro insaputa, il singolare caso dell'assessore Vincenzo Santochirico




Vincenzo Santochirico, già Assessore Regionale della Basilicata
La Fenice ha avvelenato un’imprecisata area del melfese ed è opportuno che continui a farlo. L’incredibile assunto è di Raffaele Vita, Dg dell’ARPAB, l’azienda regionale preposta alla tutela dell’ambiente. È una sua opinione ed ha avuto il coraggio di dirla tutta e chiara. Sono anni che l’ARPAB aveva questi dati terribili, sono anni che la Fenice inquina oltre il consentito, sono anni che la Procura della Repubblica ha ricevuto precise denunce, sono anni che i sindaci del posto conoscono la gravità della situazione, sono anni che i cittadini vengono resi edotti. Sono anni che Fenice continua ad avvelenare. L’ineffabile Vincenzo Santochirico, già super pagato amministratore di Acquedotto Lucano, all’epoca delle analisi era Assessore Regionale all’Ambiente. Oggi c’informa che nulla ha saputo perché nessuno l’ha informato. Sono anni che Maurizio Bolognetti scrive, filma, parla e (a volte) grida sulle vicende della Fenice (e molto altro). E l’Assessore non leggeva i giornali? Non ascoltava la radio? Non guardava la TV? E quante altre emergenze ambientali sono sfuggite all’assessore Santochirico? Ha mai sentito parlare degli “stream gas” che vengono bruciati in torcia nel centro olii di Viggiano? E dell'ocratossina nella partita di grano scaricata nel pastificio Tandoi? Di questi atti e di così gravi omissioni qualcuno sarà chiamato a rispondere? Non sarà il caso di chiedere conto al signor Sigillito, altro campione scelto dalla politica per occupare la “postazione” ARPAB? Ci accorgiamo di aver formulato tante domande. Ad alcuni lucani è capitato di essere finiti sotto processo per molto meno. Ad altri, di ricevere perquisizioni e sequestri per scoprire “la fonte delle notizie”. Questa è l’anomalia lucana, tutti fingono di non sapere, gli amministratori amministrano a loro insaputa, e chi fa domande oppure racconta fatti veri ma imbarazzanti viene indagato con lo scopo di rintracciare le fonti. Non è importante ciò che accade, non è importante che la gente venga avvelenata. È fondamentale che si viva e si muoia “all’insaputa”. Forse un Prefetto dovrebbe fermare un inceneritore che inquina oltre i livelli di Legge. Forse un Sindaco dovrebbe usare dei poteri sostitutivi per sopperire all’inerzia prefettizia. Forse una Procura della Repubblica dovrebbe porre in atto misure cautelari per evitare l’aggravarsi ed il ripetersi dei gravi reati ambientali attualmente perpetrati in Basilicata. Poiché è l’ora di finirla con le corruttele, gli abusi e le prevaricazioni commesse all’insaputa dei lucani. (tratto da "L'Indipendente Lucano")
di Giovanni Nobile

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